י fovraccennate; umiltà e la coftanza: Petite & accipietis, ci dice il noftro Salvatore medefimo di propria bocca: Dimandate e fiate ficuriffimi di otte nere. Dal fin qui detto dedur fi può quale interiore raccoglimento fia neceffario, acciocchè le noftre preci partano dal noftro cuore non meno che dal noftro labbro , e abbiano l' effetto defiderato. Come farà mai gradita alla Divinità un' Orazione fatta per mera ufanza fra mille diffipamenti, fra mille volontarie diftra. zioni, col cuor tiepido, divifo, alienato, e più attac cato al Mondo che Dio? Come potrà alcun di noi dire al Signor con Davidde: Domine, intende voci oratio nis mea: Signore, aftendete alle voci mie fupplichevoli in tempo che fi pronunziano cotefte voci fenza attenzion veruna? Come pretendere che Iddio condifcenda a favorirci, e a beneficarci, mentre parliamo a lui incivilmente, con difprezzo, e fenza riflettere chi fia egli, chi framo noi ? Oltre ciò, ricordifi ogni anima Criftiana che la umana miferia non è da tanto, che piegar poffa il cuore del Sovrano Mo : narca dell' Univer-gine fua Genitri ce. Ricorrendo a Maria, ella s'impiegherà ficuramente per voi; e lei per voi impiegandofi e inter fo a fervire in cer- cedendo, il fuo Figliuolo ficuramente, fe fia per voftro bene, offerirà al fuo Divin Genitore i meriti della fua Paffione e morte, e così chiedendo, e così pregando, ficuramenotterrete il compimento alle votre brame: quidquid eccone la infallibil promeffa dello stesso Divin Figliuolo quidquid petieritis Patrem in nomine meo, fiet vobis. DELL' Cotidiano Per la Matting.. Quantunque levarfi innanzi dì giufta il e di portarfi ne' precetto del noftro facrj tempj a loDivino Maestro dare Dio, come fi debba. effer conti-raccoglie dalla ftonua la nostra ora ria ecclefiaftica zione; oportet fem-Nella divina Scritnun- tura parimente ad ogni tratto s' incontrano efempj avvertimenti ed no per efortazioni, animarci a praticare quefto fanto e lodevole efercizio dell' orazione della Mattina. De per orare, quam deficere, Luc. 18. nulladimeno vi fono alcuni tempi in ciafcun giori quali più fpezialmente deAtinati fono a quefto fanto efercizio di orare. Uno de' tempi più proprius, Deus meus, per l'orazione è ad te de luce vi quello della Mat-gilo, diceva il Santina. I Cristiani de' primi fecoli fecoli fra i doveri indifpenfabili della religione quello ancorą contavano dil e to Re Davidde: Mio Signore, mio Dio, al primo fpuntar del giorno io mi rifveglio per innalC 2 zare tempo, offerendo a zare a voi il mio | ma di qualsivoglia cuore. E il Re-altra occupazione dentore medefimo il noftro fpirito per ha voluto coll' e- qualche spazio di fempio fuo autorizzare una prati-lui, e indirizzanca così fanta, mentre, al riferire del facro Evangelifta (Marc, 1.) ful far do alla fua gloria tutte le azioni del giorno, avanti di cominciarle. Ol del giorno fi riti-tracciò un confi rava di buon mat tino in qualche luo go folitario e rimo- derabil vantaggio da quefto divoto efercizio ne fuol provenire, sì per l'anima, che pel corpo, poichè rade volte ci fuccederanno difgrazie, e molefti accidenti in quel giorno, al quale avremo dato principio coll' invocazione del divino foccorfo. ESER, ESERCIZIO COTIDIANO Subito Per la Mattina. Ubito che fa-1 |fiderando che Dio ręte alzato dal letto, munitevi del fanto fegno della Croce, e dopo che farete veftito mettetevi alla prefen-culatoria tratta dal za di Dio proftra to ginocchioni con vi vede, e che vi afcolta. Ciò fatto direte, ma più col col cuore, che colla lingua, quefta ja Salmo 87. 1 Ccomi, o Signore, ET ego ad te. E di buon mattino Domine, cla mabo, & mane oratio mea præveniet te. invocare colle mie Orazioni il vostro ajuto : degnatevi, mio Dio, per la voftra mifericordia di efaudirmi. Aggiugnete ancora, fe vi piace, quefto verfo del Salmo 108. |