Il colmo a' miei contenti. Andiamo, andiamo TUTTI Grazie diamo all' Eterno, onde ne viene CORO. Dio falva l'innocenza. Egli l'efalta, Sia falute, e fia gloria all' innocente. Zappi. 3 app i. S. B. II. S. 27. B. V. S. 23. Unter seinen Ge dichten findet man einige für die Musik bestimmte Stücke. Das långste derselben ist eine Ekloge, mit kleinen Kantaten untermischt, welche zum Theil den Zappi, zum Theil den Abbate Giuseppe Paalucci jum Verfasser hat. Folgende zwei kleinere Singegedichte haben ungemein viel Reiz in der Idee und Sprache. I DALISO E SILVIA. Dal. Vorrei un Zeffiretto, Il tuo fedel amante Mà già Silvia qui giunge; Veggio il bianco Agnellin, che per ufanza Ecco lo sfavillar de' fuoi begli occhi, Ecco le violette Muoverfi fra l'erbette, Pregando, che il bel piè le prema, e tocchi. Sil. Sei quì, Dalifo amato? Io ti cercai per tutto, al bofco, al prato. Almo mio Sol, mia Diva, 1 Che Che a queste piante intorno errando io giva? Zeffiro meffaggiero? Zappt. Sil. No; mà il diffe al mio core il mio penfiero. Quando non fò Dov' il mio ben andò, E dove più gioconde Dal. Andiam, Silvia gentile, Si fon ifidate al canto Aglaura e Clori. Dal. Andiamo al Fonte degli Allori. Sil. Andiamo. IL CAN TАТА. Dunque, o vaga mia Diva, Voi mi gradite men, perchè in fembiante Ah, fe non lo fapete, Quefto è il color d'ogni più fido amante, Di fua man tinge, e fegna; Ne vanno i fuoi Guerrier fott' altra Insegna, Benchè fia pallidetta: La vaga violetta, ,,,་་, Non è che non fia bella; La coglie dal terren, Efe la pone in fen La Paftorella, Benchè non fia vermiglio |