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There are some who study for one day with intense application, and repose themselves for ten days after. But wisdom is a coquette, and must be courted with unabating assiduity.

A life of independence is generally a life of virtue. It is that which fits the soul for every generous flight of humanity, freedom, and friendship. To give should be our pleasure, but to receive, our shame; serenity, health, and affluence attend the desire of rising b labour; misery, repentance, and disrespect, that of succeeding by extorted benevolence; the man who can thank himself alone for the happiness he enjoys is truly blessed; and lovely, far more lovely, the sturdy gloom of laborious indigence, than the fawning simper of thriving adulation.

Follies often repeated lose their absurdity, and assume the appearance of reason.

Every man who has seen the world, and has had his ups and downs in life, must know, that to have much, or to seem to have it, is the only way to have more. Ovid finely compares a man of broken fortune to a falling column; the lower it sinks, the greater weight it is obliged to sustain. Thus, when a man has no occasion to borrow, he finds numbers willing to lend him. Should he ask his friend to lend him a hundred pounds, it is possible, from the largeness of his demand, he may find credit for twenty; but should he humbly only sue for a trifle, it is two to one whether he might be trusted for twopence.

Peter the Great, willing to inure the children of his seamen to a life of hardship, ordered that they should drink only sea-water, but they unfortunately all died under the experi

ment.

Eloquence is not in the words but in the subject; and in great concerns, the more simply any thing is expressed, it is generally the more sublime.

Women and music should never be dated.

There is no character more contemptible than a man that is a fortune-hunter; and one can see no reason why fortunehunting women should not be contemptible too.

*

That virtue which requires to be ever guarded is scarce worth the sentinel.

The jests of the rich are ever successful.

As men are most capable of distinguishing merit in women, so the ladies often form the truest judgments of us. The two sexes seem placed as spies upon each other, and are furnished with different abilities, adapted for mutual inspection.

Both wit and understanding are trifles, without integrity; it is that which gives value to every character.

The first fault is the child of simplicity, but every other, the offspring of guilt.

Strollers always have more spectators without doors than within.

Women have a much stronger sense of female error than men.

Almost all men have been taught to call life a passage, and themselves the travellers. The similitude still may be improved, when we observe that the good are joyful and serene, like travellers that are going towards home; the wicked but by intervals happy, like travellers that are going into exile.

Cheerfulness was never yet produced by effort, which is itself painful.

The greatest object in the universe is a good man struggling with adversity; yet there is still a greater, which is the good man that comes to relieve it.

Jane Austen.

Il romanzo è indubbiamente il genere letterario che in Inghilterra è stato coltivato più che in qualunque altra nazione del mondo, e nessuna nazione del mondo può vantare accanto agli scrittori tante scrittrici di romanzi. In questo arringo la donna inglese s'è coperta di gloria, contribuendo non pure a divertire il pubblico, ma a migliorare l'educazione nazionale e a toccare spesso le vette più eccelse dell'arte. Tra le scrittrici di romanzi dello scorcio del secolo XVIII e del principio del XIX giganteggia la figura di Jane Austen. Nacque il 1775 nel piccolo villaggio di Steventon, Hampshire, e menò vita modesta e oscura sì che di lei poco o nulla sappiamo. Nel 1801 s'allontanò con suo padre dal paese natio e trascorse circa otto anni a Bath. Morì a Winchester nel 1817. Scrisse sei romanzi nel seguente ordine: Pride and Prejudice, Sense and Sensibility, Northanger Abbey, Emma, Mansfield Park, Persuasion. Pride and Prejudice ed Emma sono considerati come i due ·

suoi capolavori; ed il primo, essendo stato composto tra l'ottobre del 1796 e l'agosto del 1797, riveduto corretto e condotto a termine quindici anni dopo e pubblicato solo nel 1813, racchiude in sè la freschezza della vena e la, maturità dell'arte e del giudizio dell'insigne scrittrice. Il mondo che Miss Austen ritrae è quello dei provinciali benestanti, e non bisogna quindi maravigliarsi se la sfera entro cui agiscono i personaggi dei suoi romanzi appaia alquanto ristretta e limitata. La vita borghese in provincia non può offrire materia nè epica nè tragica, ma egregiamente si presta alla dipintura di caratteri che incontriamo ogni giorno e di situazioni che vediamo ripetersi sotto ai nostri occhi costantemente.

In una lettera Miss Austen scriveva: « tre o quattro famiglie in un paese di provincia sono tutto quello che occorre per scrivere un romanzo ». Eppure, in confini tanto angusti il genio di questa donna è riuscito a creare dei tipi altret– tanto veri e vivi quanto quelli di Shakespeare, di Molière, di Manzoni. << Shakespeare » dice il Macaulay (1) « non ha nè un pari nè un secondo. Ma fra gli scrittori che nel dipingere la natura umana per mezzo del dialogo, più si sono avvicinati al sommo magistero di lui, non esitiamo a collocare Jane Austen, una donna della quale l'Inghilterra ha ragione d'andare orgogliosa. Essa ci ha dato un gran numero di tipi, tutti, in un certo senso, comuni, e che incontriamo ogni giorno. Tuttavia essi sono distinti l'uno dall'altro con non minore perfezione, che se fossero i più originali degli esseri umani ».

Lo stesso Walter Scott si riconosce inferiore a Miss Austen quando dice essergli negato the exquisite touch which renders ordinary commonplace things and characters interesting, from the truth of the description and the sentiment.

Insuperabile è pure Miss Austen nella fine ironia con la quale rappresenta il suo frivolo, pettegolo, cerimonioso e pregiudicato mondo borghese; e quanto alla vivacità del dialogo, alla purezza e proprietà della lingua, alla grazia ed energia dello stile i sei romanzi sopra menzionati sono modelli classici e impareggiabili.

(1) Diary and Letters of Madame d'Arblay.

I saggi che seguono sono tratti da Pride and Prejudice, che è l'opera nella quale, come s'è visto, l'Autrice ha potuto bellamente congiungere l'ispirazione giovanile con la matura ed esperta abilità dell'artista.

Ci troviamo a Longbourn, in un piccolo paese di provincia. La famiglia più cospicua che vi risiede è quella di Mr Bennet il quale ha una moglie insopportabile per la sua volgarità, e cinque figlie, di cui la prima, Jane, è una creatura bella e soave; la seconda, Elizabeth, una graziosa ma soprattutto intelligente e vivacissima ragazza; la terza, Catherine, un individuo insignificante senza bellezza o bruttezza di corpo o d'animo; la quarta, Lydia, un insieme di leggerezza, inconscienza, egoismo, sfacciataggine e petulanza; la quinta, Mary, una pedante inconcludente, brutta anzi che no, e sospinta dal nessun felice successo che ha nel mondo a passare il tempo leggendo libri e moralizzando a sproposito.

Mr Bennet è uno di quegli uomini che ha commesso l'errore di sposare una donna solo per la sua bellezza senza curarsi punto delle doti dell'anima. Si capisce quindi quello che è seguito dopo i primi anni di matrimonio, appassito il fiore della gioventù, la moglie destituita d'ogni pregio spirituale è apparsa al marito nella sua vera luce, sicchè egli non l'ama, non può più amarla. Invero Mrs Bennet è una donna moralmente ripugnante: non pensa che a adescare giovanotti ricchi per maritare vantaggiosamente le figlie; balli, inviti, visite costituiscono le sue principali occupazioni e preoccupazioni; non ha carità quando parla del prossimo e massime delle figlie delle sue amiche; danari e titoli le fanno venire le traveggole; manca d'ogni discrezione e delicatezza nel conversare; parla sempre dei suoi poveri nervi messi alla prova; non che educare vizia le figlie e fa credere loro che la vita sia tutta in divertimenti, frivolezze e civetterie. Una tal donna predilige naturalmente Lydia, la personificazione della vanità e della goffaggine, e non è punto tenera di Elizabeth, la quale non si lascia sfuggire nessun difetto della madre e deplora insieme con la sorella primogenita Jane, la mala creanza di Catherine e di Lydia.

Mr Bennet ha trovato l'unico modo possibile di convivere con una tal consorte: la vede meno che può, le risponde a

Letture inglesi. I.

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